UNA VISITA AL SANTUARIO DEI SANTI VITTORE E CORONA -
ANZU' DI FELTRE
di Arnaldo De Porti - Alfredo
Izeta
Prima settimana del mese di
agosto 2020 - a poco piu' di due chilometri da Feltre nella
frazione di Anzu' si puo' ammirare un complesso monastico fra i piu'
belli d'Italia, eretto a mezza costa di una collina.
La chiesa, in stile romanico in bianco e nero, risale alla fine
dell'undicesimo secolo, ed e' stata presumibilmente edificata su un
preesistente edificio religioso; il suo interno e' stato affrescato dal XII al XV secolo in vari stili: il tutto e'
ben conservato
grazie anche a continue opere di mantenimento.
Il chiostro, dotato di capitelli spartani, e' stato invece aggiunto
quasi 500 anni dopo.
I due Santi martiri, citati a titolo, sono i protettori della citta'
di Feltre e il Santuario e' stato definito come un " Dado di pietra bilicato con il campanile sulla rupe a strapiombo".
Narra una leggenda che durante la persecuzione di Marco Aurelio (II
secolo d.C.), il soldato e cittadino romano Vittore, militare in
Siria, dichiaratosi apertamente cristiano, fosse stato bruciacchiato
con pece e oli ardenti e infine decapitato; stessa sorte ebbe
Stefania Corona, una bellissima ragazza locale quando professo' anch'essa la sua fede cristiana: venne legata per i
piedi alla cima di due alberi piegati a forza, alberi che,
drizzandosi violentemente, ne squarciarono miseramente il corpo.
Si dice che quando il carro che portava le spoglie dei predetti
martiri verso Feltre, lasciata la valle del Piave per imboccare la
stretta gola della Chiusa, anche i cavalli si arrestassero per
protesta e, benche' frustati, non volessero piu' muovere un passo.
Il complesso ospita gli affreschi del maestro Vico Calabro' (potete
vederne due in epoca bellica nell'ufficio del rettore accessibile
dal chiostro: cfr. la galleria di fotografie).
Sin dall'antichita' il santuario venne visitato quasi sempre per
devozione da imperatori e principi che ne rispettarono lo status
ecclesiale: nel 1354 durante la prima ricognizione delle reliquie
l'Imperatore Carlo IV sosto' a Feltre donando al santuario il
suo manto ma portando a Praga il capo di San Vittore che, inserito
in un busto d'argento, venne collocato nel tesoro della cattedrale
di San Vito. Nel 2011 la reliquia e' stata riportata per un anno nel
santuario.
Solo i tedeschi durante l'ultima guerra mondiale lo violarono. Ecco cosa
scrive Mons. Giulio Gaio, Rettore per 60 anni del Santuario: personalita' politico-religiosa fra le piu' prestigiose del '900
feltrino, fu per questo arrestato il 19 giugno 1944, percosso a
sangue e incarcerato, con l'accusa di aver nascosto un ebreo nel
Santuario e di avere contatti con i partigiani sovversivi: "Che
fossi sorvegliato speciale lo sapevo. Ero consapevole dei rischi che
stavo correndo. Avevo ricevuto una lettera anonima che mi annunciava
di essere in cima alla lista nera gia' dal marzo del 1944. Poi venne
il peggio. L'alba del 19 giugno 1944 e' il mio ricordo piu' tragico.
"No sta star qua, te sa che te se tallona' dalle SS" - mi dicevano.
Alle 3 del mattino ci fu un continuo scoppiare di bombe: i tedeschi
avevano circondato il Seminario. Fuggire era inutile, mi avrebbero
fucilato. Mi hanno chiesto chi fossi: "sono Don Giulio Gaio" dissi.
Ed allora si alzi ! Fui ripetutamente percosso a sangue, con
schiaffi al viso, con pugni e colpi di moschetto al ventre ed in
varie parti del corpo. Infine, mi portarono in caserma a Feltre, mi
venne chiesta la carta di identita'. Mi accorsi che nel portafoglio
era rimasta solo la carta di identita' di un certo Ermanno, un
ebreo, a cui avevo dato rifugio nel convento di San Vittore...".
Mons. Lino Mottes, autore di diversi libri sul Santuario ed
esponente del Museo Diocesano di Feltre, racconta che gli par
di sentire ancor oggi i passi, con stivaloni, dei tedeschi che
andavano alla ricerca di partigiani o persone nascoste: in un
suo libro dedicato agli affreschi di Vico Calabro' fatti nel
Santuario, scrive "E' sera tardi di lunedi' 30 aprile 1945.
Nella cappella della Madonna, locata subito dopo il portone
d'ingresso, i seminaristi, alla luce di due sole candele, stanno
recitando le ultime preghiere della sera, prima del necessario
riposo. Le flebili luci delle due candele si spengono. Siamo immersi
nella notte esteriormente e interiormente. Un prolungato silenzio
angosciante e penoso. Cosa poteva succedere ? Improvvisamente, dal
costone che si allunga dalla cappella dell'Angelo fino al Santuario,
partono colpi di mitragliatrici e parabellum. Sono partigiani
sconsiderati che sparano sui tedeschi in ritirata. Poteva succedere
una tragedia...".
Attualmente Rettore del Santuario e' Mons. Sergio Dalla Rosa,
persona umile, colta e capace, sempre disponibile, che sa tenere
alto il valore di questa istituzione, ormai conosciuta ed amata
ovunque.
Tra l'altro collega giornalista col quale si possono
apprendere notizie storiche su questa Istituzione che scuote l'animo
anche delle persone prive di sensibilita' e pensiero: gli affreschi
alle sue spalle (cfr. nelle fotografie della sezione dedicata al
chiostro quello dedicato alla famosa processione-pellegrinaggio di
circa 20 mila feltrini avvenuta il 20 giugno del 1943, dal duomo al
santuario, per invocare la fine della guerra e il ritorno in patria
di tanti soldati impegnati nella campagna di Russia) sono stati
realizzati da Vico Calabro'.
Scritto a quattro mani da Arnaldo De Porti e Alfredo Izeta
Passiamo ora a tre gallerie di fotografie che presentano le parti
esterne del santuario, il chiostro e la stupenda chiesa, e
all'articolo di Arnaldo De Porti che descrive il temporaneo ritorno
da Praga del capo di San Vittore .
la parte esterna:
clicca sull' icona sottostante
per visualizzare la galleria di fotografie
il chiostro:
clicca sull' icona sottostante
per visualizzare la galleria di fotografie
l'interno della chiesa:
clicca sull' icona sottostante
per visualizzare la galleria di fotografie
il ritorno del capo di San Vittore a Feltre: clicca
sull'icona sottostante per visualizzare un articolo di Arnaldo De
Porti
ascolta in sottofondo Pange Lingua