Una rivisitazione religiosa alla "Certosa di Vedana" in provincia di Belluno
di  Arnaldo De Porti
 

 Lo scorso anno ho partecipato ad un "raro" incontro religioso insieme con parecchi Vescovi del Triveneto, ovviamente compreso il mio di Belluno-Feltre, presso un convento chiamato "La Certosa di Vedana", nei pressi di Sospirolo (Bl), costruzione che risale al 1155, sotto il papato di Adriano IV, che in seguito dichiarava allora in perpetuo, come proprietari, i canonici di Belluno.
Visita che, al giorno d'oggi, e' inimmaginabile dal punto di vista della suggestione, della religiosita' e dei comportamenti da seguire per visitare questo luogo sacro, tanto che, memore della predetta visita, oggi, rivisitando il luogo, ho voluto rinfrescare dette emozioni che si sono rivelate della stessa intensita', se non piu' forti di prima.
Per la storia, ricavata anche da alcuni libri, va ricordato che agli inizi del Basso Medioevo sembra certa l'esistenza di un ospizio (collegato ad altri ricoveri per pellegrini, facenti parte della via degli Ospizi) in questa localita', di cui era proprietario il Capitolo dei Canonici di Belluno. Lo attesta una bolla papale dell'ottobre 1155, con cui Adriano IV mette sotto la sua protezione i canonici di Belluno e li dichiara in perpetuo proprietari dell'ospizio di Agre e della chiesa. Nel corso del XIII secolo le difficolta' economiche e le rendite sempre piu' scarse suggeriscono che le strutture assistenziali vengano gestite in un altro modo.
Nel 1455 il Capitolo della Cattedrale di Belluno scrisse al Superiore Generale dei Certosini e l'Ordine accetto'  la proposta di insediarsi a Vedana e nel 1457 venne infatti stipulata la vendita dell'Ospizio di Vedana di proprieta' del Capitolo ai padri certosini della Regola di Brunone con l'obbligo di continuare a praticare l'assistenza ai pellegrini. L'antico ospizio rispecchiava probabilmente la concezione d'impianto dell'antica casa rurale bellunese e risaliva al 1145-1150, ed era stato costruito come ospedale per i pellegrini. Fu nominato rettore della nuova certosa il monaco certosino Antonio Arlotti. Nel 1458 si recarono sul luogo i commissari inviati dal capitolo generale: padre Filippo da Milano priore della certosa di Padova e padre Guglielmo rettore della certosa di Venezia, al fine di prendere possesso delle donazioni ed impartire le direttive fondamentali all'edificazione. Nel 1460 furono concessi anche gli ospizi minori di Candaten e Agre, con i rispettivi fondi; tutti questi beni furono incorporati ufficialmente nel 1467 dall'Ordine Certosino.
La vicina San Gottardo, con la sua chiesa, molto probabilmente doveva fungere da dimora provvisoria dei monaci durante il periodo di costruzione. Il primo edificio ad essere realizzato nel luogo della nuova certosa fu la chiesa, terminata nel 1471. Una confraternita laica, assistita da un sacerdote reggeva l'ospizio sotto la dipendenza dei canonici, che inviavano di tanto in tanto visite di controllo. Nei decenni successivi l'opera di costruzione continuo': in una delle colonne del chiostro vi e' apposta la data del 1521, ma precedentemente erano gia' stati costruiti alcuni edifici cenobitici come il refettorio, il capitolo, le cappelle di San Giuseppe e Santa Maddalena. Un documento del capitolo generale del 1542 indica al priore la necessita' di aumentare il numero delle celle per i monaci del coro da sei a otto, ma le difficolta' finanziarie non consentivano una rapida conclusione dei lavori e solo la generosita' dei benefattori permise gradualmente di terminare l'opera.
Il vescovo di Caorle Benedetto De Benedetti, delegato da quello di Belluno, Alvise Lollino, nel 1619 consacro' la chiesa, fino allora solo benedetta. Nel febbraio del 1695 scoppio' un incendio che arreco' ingenti danni ai fabbricati e distrusse anche documenti importanti come protocolli notarili, donazioni, titoli, relazioni di doni; da quel momento, dopo un difficile ripristino dei locali, non vi furono piu' significativi interventi di costruzione, ma vennero eseguiti lavori di decorazione pittorica della chiesa e degli ambienti. Il 7 settembre 1768 il Senato Veneto decise di applicare al clero regolare provvedimenti di soppressione; il decreto si sviluppa in undici capitoli o paragrafi, attraverso una scrittura serrata, e viene approvato con centocinque voti favorevoli, diciotto contrari, cinquantaquattro non "sinceri". L'8 settembre 1769 i monaci dovettero abbandonare la certosa di San Marco di Vedana e trasferirsi nella vicina certosa del Montello
Nel 1771 il patrizio veneziano Nicolo' Erizzo acquisto' la certosa e i suoi beni per 101.000 ducati, la diede in affitto alla famiglia Segato convertendola in fattoria e nel 1773 il Senato accelero' le operazioni di vendita dei conventi. Nell'ex cella del procuratore il 13 giugno 1792 da Benedetto Segato e da Giustina Lante di Belluno venne alla luce Girolamo Segato detto il pietrificatore. Nel 1825 Matilde Erizzo eredito' i beni della certosa e li porto' in dote ai marchesi Araldi di Cremona; nel 1864 Andrea Segato ne divenne proprietario, poi la figlia Corinna nel 1882 e suo marito rivendette il monastero al padre generale dell'Ordine Marcello Grezier. Nello stesso anno i padri di Pavia ripresero possesso del monastero esclusi i terreni e i beni un tempo di proprieta' della certosa. Il complesso fu poi oggetto di grande restauro.
L'Ordine dei Monaci Certosini vi rimase fino al 1977, successivamente il complesso rimase disabitato fino al 1998 quando fu ospitata la comunita' di monache di clausura provenienti dalla Certosa di Riva di Pinerolo fino al 2014. Nel 2018 si e' insediata nella certosa una comunita' di monache di clausura Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento dedite alla preghiera ininterrotta di fronte al Santissimo solennemente esposto.
Sono appena rientrato da questa visita e non posso aggiungere altro se non pubblicare varie foto molto eloquenti. Di certo, la sensazione "clou" da me provata, e' stata quella di cancellare, per qualche minuto, il mondo intero nel quale oggi vivo, per assaggiare una realta' celeste, capace di far capire il senso ed il sapore autentico della vita, cose ormai svendute ai vari "satana" di turno in nome di un altro dio, chiamano dio quattrino..
Insomma, vivere cosi' per pochi minuti, mi ha dato la sensazione che si possono bandire anche le visite alle varie...  farmacie, stante gli effetti benefici e corroboranti di questo monumento alla vita nel quale giovanissime suore di clausura (che io ho sentito suonare molto bene all'armonio a pedali) stanno dedicando la loro vita in adorazione perpetua ed ininterrotta del Santissimo Sacramento.
Aspetto quest'ultimo che, nel 2000 avanzato forse fara' sorridere, ma cosi' non e' !
Queste suore infatti sono felici e noi dovremmo imparare da loro, se non altro nella misura in cui sara' possibile contemperare le esigenze dello spirito con i problemi reali di ogni giorno. Certamente diversi rispetto alla scelta di vita di queste brave monache.
Arnaldo De Porti



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