Carissimo Babbo Natale....
Carissimo
Babbo Natale, le feste sono di nuovo arrivate e tu sei
impegnato a cercare di accontentare tutte le richieste
che ti sono giunte. La cosa piu' importante e' che tu
riesca a soddisfare i bimbi, come sempre in sinergia con
il buon Gesu' Bambino, perche' ricordo ancora quando ero
piccolo con quale emozione mi mettevo sotto le coperte
la sera della vigilia e, prima di addormentarmi, cercavo
di ricordare se ero stato abbastanza bravo durante
l'anno trascorso e se avrei meritato di ricevere i
vostri doni. Ero molto tontolone e, per non fare torti,
credevo a tutti e due, forse nell'inconscia speranza di
ricevere regali sia da te che dal Bambin Gesu'. Ci
tenevo molto a fare l'albero, ben addobbato di palline
luci e lustrini, e il presepe, che veniva allestito
l'otto di dicembre e rimaneva fino a qualche giorno dopo
l'Epifania; il Bimbo compariva tra il bue e l'asinello
la notte della nativita' e i tre Magi venivano
lentamente messi piu' vicino alla capanna. La scelta
dell'abete era molto importante, doveva essere robusto e
avere radici solide, perche' l'intento era quello di
piantarlo poi nel giardino. Ricordo che due di questi
abeti hanno avuto una vita molto lunga, hanno superato i
dieci metri di altezza e sono rimasti li sino a pochi
anni fa quando poi non ce l'hanno piu' fatta a stare in
piedi, proprio come capita agli esseri umani. Confesso
che con lo scorrere del tempo le festivita' natalizie
sono diventate per me sempre piu' un fastidio, forse per
la recondita nostalgia di non essere piu' bambino, pero'
devo dire che basta il sorriso negli occhi di un
fanciullo per farmi tornare alla mente quelle tenere
sensazioni che avevo provato tanti anni prima. I tempi
sono duri, ce lo ripetiamo continuamente, ma se voi due
riuscite a far sorridere i bimbi, soprattutto quelli che
hanno poche occasioni di farlo, forse tutto il mondo
riuscira' a sorridere un poco di piu'. Ciao.
Fabrizio Scarpa (Torino) - 23 dicembre 2008
"il Mercoledi" - numero 47 anno XIV
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