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Natale 2017: le news


Buon Natale!

SUL NATALE A MILANO

di Massimo Messa (Milano)

E’ la festa religiosa per eccellenza. Lo sappiamo. Ma è anche quella che più si confonde con comportamenti sociali non sempre condivisi e con fini commerciali spesso lontani da propositi di fede. Le luci per le strade, che lo distinguono, sono anche un metro del livello di benessere locale. Arrivano luminarie splendide e delicate, dalle forme ora classiche, ora originali. Fiocchi di neve, pigne, piccoli abeti, ma anche rose, perle e orsi polari accendono a intermittenza queste serate, anticipando la frenesia della festa: decori coreografici, la tradizionale giubba rossa di Santa Claus, gli alberi di Natale e, meno seguiti di un tempo, i presepi. Poi i panettoni, creati a Milano in epoca rinascimentale, a cui si aggiunse in seguito il pandoro. L’atmosfera profuma di vischio e di agrifoglio. Le letterine dei bambini. La Messa della vigilia.

Insomma l’apologia della bontà, la serenità in famiglia.

Ma il Natale è percepito proprio così da tutti?

 

C'è chi viaggia spostandosi da un lato all'altro dell'emisfero. C’è chi si muove da capolinea a capolinea dei mezzi pubblici. Prendete una giornata silente, a pochi giorni da Natale, con una pioggerellina che intasa il traffico cittadino e scompiglia le pieghe dritte, rendendole indisciplinate, e allontana l’educazione del bon ton. Immergetevi nel frastuono della metro. Infilatevi in quel formicaio, dove profumi e sudore si conciliano, che è La Rinascente, e defilatevi, più ingombranti e alleggeriti. Riprendete i corridoi della Metro Duomo, trascinati dai passi lesti dei viaggiatori in transumanza, verso una delle uscite che danno su via Torino, via Mazzini e via Orefici. E lasciatevi andare sotto i riflettori di una giornata di acquisti impacchettati, dove i pacchetti sono più belli dei contenuti, che si prepara alle feste natalizie. Prendete, schiacciati dai viaggiatori in attesa e torturati dai loro maledetti ombrelli, il 14. Stipati come in una cambusa, affidatevi a quel suo movimento dondolante mentre fuori la pioggia crea quasi una sinfonia leggera. Non è una gita al faro. Tutto è all’insegna del comportamento individuale. La società si adegua al consumismo, ma non si integra, non si avverte uno spirito di corpo. E a quanti ho già sentito dire: “Non vedo l’ora che si arrivi al 27 di dicembre”! Intorno … tanta gente ... peccato che non ci si parli: quante storie e quanta conoscenza che si perdono dietro ognuno di questi mondi che, per chi non si sta scaldando al sole delle Canarie, gratuitamente si renderebbe disponibile! Grazie a tutte le comparse, che ci appaiano in questo fantastico viaggio prenatalizio, come in un colossal come Ben-Hur o come in un epico esodo che non riusciremo mai ad apprezzare fino in fondo. Specie a Natale.

 

Fate voi. La celebrazione del 25 dicembre è riconducibile a un fatto soggettivo.

Ognuno di noi ne gode o ne patisce?

 

 

 

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