Il venditore di castagne: poesia - parole di Antonio Annunziata (Cagliari)

 

Vendeva le castagne davanti al “Nazionale”
quando era inverno
e fitta era la nebbia
e tutt’intorno si gelava.
Vendeva le castagne che arrostiva
profumando l’aria della sera.
Ricordo
era una vecchietto rugoso e assai minuto
la sua vera età non ho mai saputo.
Indossava un cappotto di lana grigia
e un cappello dalle falde nere
Fumava la pipa
e un sorriso aperto aveva.
A chi comprava le castagne
che serviva in un cartoccio
diceva “Grazie”
mentre con le mani
foderate da guanti di lana spessi
prendeva le monete
allora erano lire
per riporle in un cestino

Era un Natale di tanti anni fa

ed io ero bambino

Ricordo

che all’uscita dal Teatro Nazionale

mi avvicinai al baracchino

per comprare un cartoccio di castagne

che allora costava cento lire.

 

“Vorrei signor Peppino….”
Ma la parola mi rimase in gola

perché il vecchietto

delle caldarroste

era chino in avanti

il cappello nero

gli copriva a stento

la testa dai capelli bianchi

e aveva gli occhi spenti.

Era Natale e attorno al fuoco

un abete con le luci luccicanti

lo illuminava come fosse nel Presepe.

Era Natale e il vecchietto

era volato in cielo

di ciò sono sicuro

a vendere i suoi frutti prelibati

caldi, fragranti, profumati

agli angioletti amati. 
 

 

 

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico: