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  • Le pizzate milanesi
    23 febbraio 2017 ore 10.00
    Piazza Scala 6
  • Le pizzate milanesi
    l'incontro alle
    Gallerie d'Italia
  • Le pizzate milanesi
    visita alla mostra
    Bellotto e Canaletto
    Lo stupore della luce

La "pizzata" milanese del 23 febbraio 2017:
la mostra "Bellotto e Canaletto - lo stupore della luce"

Hanno partecipato alla "pizzata":
Attanà - Auterio - Bardone - Basilico (2) - Bernardi (2) - Boirivant (2) - Bruno (2) - Cacchione - Camozzi - Capelli (2) - Cerra (2) - Cervellin - Cerutti (2) - Cocchi (2) - Cozzi - De Porti (2) - Di Donato (2) - Di Napoli (2) - Esposito - Granato - Imbriano - Izeta - Landenna - La Piccirella - Luciani - Manni - Marini - M. Messa - Minotti - Neirotti - Panella - Pasini - Pinto -  Primiceri - Profeta - Reina - Signorile - Sironi - Vanin - Vasta

La parte culturale della "pizzata" del 23 febbraio è stata ben tratteggiata da Filippo Vasta che così scriveva:

"l'arte della pittura non e' solo esclusiva dei sommi artisti come Leonardo, Raffaello o Caravaggio. C'e' stata, soprattutto in Italia, una grande produzione di opere di eccelso livello artistico, pur senza l'impronta del genio riservato a pochi.
In particolare, il vedutismo del diciottesimo secolo ebbe a suo tempo un enorme successo anche di carattere commerciale, essendo un genere di pittura gradito alla committenza, in cui cominciava a prevalere la borghesia - prevalentemente mercantile - che aveva acquisito, oltre alla disponibilita' economica, anche un amore per le opere delle quali era piu' immediato l'apprezzamento del valore estetico.
Fra i vedutisti veneziani spiccano Giovanni Antonio Canal e suo nipote Bernardo Bellotto. Il primo e' passato alla storia con il soprannome di Canaletto, pseudonimo peraltro condiviso anche con il piu' giovane Bellotto.
La fama dei due pittori ando' ben al di fuori dei confini nazionali; il particolare il Canaletto opero' molto a Londra, mentre il Bellotto, figlio di una sorella del Canaletto, fu molto conosciuto in area germanica.
Ricordiamo che le vedute di Varsavia del Bellotto furono prese come base per la ricostruzione di alcune parti della citta' dopo la completa distruzione causata dall'ultima guerra mondiale.
Pur se una certa parte della critica e' stata poco generosa verso l'arte di maniera, questi quadri sono una gioia per chi li contempla e ne apprezza la minuzia dei particolari e la resa dell'atmosfera, che nessuna fotografia puo' eguagliare. Già, correre a perdifiato nel mondo che si apriva davanti agli occhi celesti di un neonato, mi sembrava irreale....."

Nella splendida cornice delle "Gallerie d'Italia, che nei presenti hanno ridestato non pochi ricordi di quasi vent'anni fa, le opere dei due artisti veneti risaltano come se questa fosse la loro sede naturale.
Un'ultima osservazione: forse è la fine "meno peggiore" per un pezzo della storia della Banca Commerciale Italiana: un museo (nel quale sono esposte anche le "nostre" opere d'arte) in luogo del salone e annessi della filiale Comit di Piazza Scala.
Vi lasciamo ora alla consueta galleria fotografica: cliccate sull'icona sottostante per visualizzarla.
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