Puntuale come sempre l'A.I.E.M., Associazione Italiana Minatori
ex-Minatori Emigranti, Fratta di Caneva di Sacile, presieduta
dall' avv. Barbara Martinuzzo, ha voluto ricordare il mondo
della miniera. Al di la' della coreografia sempre toccante
costituita dalla processione, del trasporto a spalle della
statua di Santa Barbara da parte degli Alpini, dalla banda
musicale e dalla visita al museo del minatore, voluto e creato
quest'ultimo da Arduino Martinuzzo, padre della Presidente
Barbara, ogni anno le sensazioni, le emozioni, ma anche le
lacrime, sembrano rinnovarsi con la stessa intensita'
partecipativa, anche perche' , purtroppo, si e' costretti a
constatare che, giocoforza, la presenza fisica degli artefici di
questo mondo che, per tanti giovani potrebbe apparire quasi
surreale, si e' ridotta al lumicino per via degli acciacchi
riconducibili all'eta' degli attuali superstiti, ma anche
purtroppo per il passaggio ad altra vita di alcuni di essi, come
anche quest'anno abbiamo dovuto dolorosamente constatare.
Presenti alla cerimonia le autorita' civili e militari che, con
la loro presenza, hanno voluto testimoniare il senso e
l'importanza di questo incontro insieme con tutti noi.
"Dobbiamo impegnarci affinche' la storia della miniera non vada
dimenticata non solo, ma dobbiamo anche attivarci attraverso la
scuola affinche' le nuove leve capiscano che il sacrificio e
l'insegnamento dei nostri amici minatori non sono stati vani e
che essi dovranno essere sempre presenti, davanti ai nostri
occhi, anche per imparare..." , e' stato detto da alcuni
rappresentanti dei vari comuni presenti. "Anche per questo, il
Museo del Minatore, non va lasciato solo... , anzi va "alimentato"
con incontri come quello al quale stiamo partecipando oggi tutti
uniti."
Poi e' venuto il momento della cerimonia religiosa nella
bellissima Chiesa di Fratte ove, mons. Piergiorgio Sanson, ha
tenuto un'omelia improntata sul significato della festa di Santa
Barbara, sul tempo dell' avvento " se il padrone di casa
sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e
non si lascerebbe scassinare la casa.." facendo un
accostamento da estendere ovviamente alla condizione umana.
Anche lo scrivente, come fa da anni, ha voluto esprimere e
ribadire un pensiero gia' espresso piu' volte sulla figura del
minatore:
Mi piacerebbe che queste poche parole non fossero considerate
un semplice passaggio da inserire laicamente all'interno della
liturgia di questa Santa Messa, vale a dire come una formalita'
da espletare ogni qualvolta si celebra la festa annuale di Santa
Barbara, ma avessero un senso ben preciso: la gratitudine verso
tutti i nostri amici che hanno lavorato in miniera e che, non va
dimenticato, con il loro lavoro difficile, pesante e, spesso
mortale, hanno fatto si' che anche il nostro Paese risorgesse
dalle macerie della guerra, realta' che i nostri giovani fanno
fatica ad immaginare.
Sarebbe superfluo dire che, se oggi godiamo di tante comodita' ,
se le nostre case ci permettono di vivere bene, magari
attorniati dall'
affetto dei nostri cari, tutto cio' lo si deve in
gran parte a coloro che hanno promosso le condizioni affinche'
cio' avvenisse, realta' questa che - ahime' -
non e' stata uguale
per coloro che hanno promosso dette condizioni, alias i nostri
minatori, i quali, ricordiamocelo, prima di iniziare il lavoro
nelle viscere della terra, pregavano e si auguravano di... ritornar
a giorno.
In miniera, purtroppo, si muore ancora e tante notizie di lutto
non vengono rese pubbliche da certi stati che non possono fruire
di quella liberta' di cui noi, pur avendola, non sappiamo
approfittarne in maniera intelligente e sensata allo scopo di
amalgamare questa nostra societa' malata, determinando peraltro
un ulteriore dolore a chi, come il minatore, con il suo
massacrante lavoro di allora, avrebbe sicuramente immaginato un
ritorno diverso dalle sue fatiche, e cio' , in termini di pace e
serenita' sociale, oltre che di benessere. Ma non voglio andare
oltre per non uscire dal seminato... salvo ricordare che anche
mons. Visentin (allora in assenza di don Fulvio), durante
l'omelia di qualche anno fa in questa Chiesa, si era lasciato
andare con queste parole: questa societa' disprezza e condanna
cio' che produce.. omissis, essa deve cambiare a piccoli passi,
... non e' accettabile che una famiglia moderna di cinque persone
venga a chiedere l'
elemosina in Chiesa e che ciascun componente
di questa famiglia si presenti in canonica con uno smartphone,
ultima generazione in mano..,omissis, questo non ci e' stato
insegnato dai nostri cari... che oggi ricordiamo
In ogni caso va detto senza alcuna riserva, fatto gia' molto
positivo, che noi siamo tutti qui a ricordare, a pregare, a dire
grazie a questa brava gente che ci ha spianato un cammino:
essere qui, in questa Chiesa, significa infatti che non abbiamo
dimenticato il mondo della miniera e che cercheremo di fare
tutto il possibile, con l'intercessione di Santa Barbara, perche'
i sacrifici dei nostri fratelli minatori, abbiano ad essere un
"Memento Homo" anche per la nostra vita.
Ormai sono in molti ad aver fatto un excursus " verticale" passando dall'inferno della miniera alla vita eterna, lassu' nel
Cielo, ma non per questo essi sono lontani da noi, anzi
ribadiamo e promettiamo loro di non dimenticarli mai.
Ed in questo, anche l'AIEM presieduta da Barbara Martinuzzo, va
riconosciuto il grande merito di aver ascritto e di ascrivere
ancor oggi alla storia la figura del Minatore, anche a memoria
di Papa' Arduino, insieme con tutti gli altri minatori, che ha
voluto e creato detta importante Istituzione.
Un plauso pertanto a Barbara, a tutti noi qui presenti a
ricordare, a quei pochissimi che ci sono ancora e a chi,
purtroppo, non c'e' piu'.
Giornata splendida, quella oggi vissuta, accompagnata dai vari
canti della miniera e dall'Inno nazionale, evento che dobbiamo
portare nel cuore.
( Arnaldo De Porti, Belluno-Feltre )
ascolta in sottofondo Miniera (Gianmaria Testa)
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