UNA VISITA AL TEMPIO DI CANOVA A POSSAGNO (TV)
di Arnaldo De Porti
Fa bene rivedere posti che, anche se conosciuti e visitati da anni,
hanno la facolta', rivisitandoli, di riportare lo spirito verso un
modello di vita che ormai e' stato quasi completamente abbandonato
in favore del chiasso, del business, della confusione e della
conflittualita' quasi planetaria, realta' questa che non accenna a
stemperarsi ma che invece sembra acuirsi in maniera imprevedibile ed
imponderabile.
Per queste ragioni, l'altro ieri ho rivisitato il Tempio del Canova,
immerso in un profondo e sacrale silenzio, ad una trentina di
chilometri da Feltre
Si tratta di una grandiosa costruzione neoclassica posta su
un'altura ai piedi del Col Draga a 342 metri sopra il livello del
mare. Poggia, come si vede da foto, su tre ampie gradinate e su un
vasto acciottolato dalle artistiche forme geometriche progettato
dall'architetto Giuseppe Segusini.
Il tempio e' cosi' composto: un colonnato che richiama il Partenone
di Atene, il corpo centrale simile al Pantheon romano, l'abside
dell'altare maggiore..
Dette tre parti rappresentano simbolicamente tre fasi essenziali
della storia: la civilta' greca, la cultura romana, ed infine la
grandezza cristiana.
Questo tempio venne progettato dal Canova fra il 1804 ed il 1818 e
la spesa per la costruzione venne sostenuta quasi per intero dallo
scultore, il quale, morto prima che l'opera fosse finita, affido' al
fratellastro mons. G. Battista Sartori, il compito di portare a
termine l'impresa, cui teneva in modo precipuo.
Va detto che l'esterno del tempio e' di 35.764 metri, quello interno
misura 27.816. C'e' un grande portone d'entrata su sui sono scolpite
le parole latine: DEO OPT MAX UNI AC TRINO, alias Tempio dedicato a
Dio ottimo massimo, uno e trino, mentre l'interno poggia su una
cornice con fregi dorati ed e' decorata da 224 lacunari contenenti
ciascuno un rosone in legno dorato di 14 forme diverse.
Gli altari laterali, alti 7,05 metri e lunghi 4,11 sono delle
preziose edicole in stile ionico. Ci sono quadri dl Luca Giordano
(S. Francesco di Paola), Palma il Giovane (Gesu' nell'orto),
Giovanni De Sacchis, detto il Pordenone (Madonna della Mercede)
Andrea Vicentino (SS Sebastiano, Francesco, Rocco, Antonio con la
Madonna e Gesu' Bambino tra la gloria degli Angeli). Sul lato destro
c'e' la nicchia della Pieta' (fusione di bronzo di Bartolomeo
Ferrari.
Sulla nicchia centrale di sinistra trova posto la tomba del Canova e
del fratellastro mons. Giovanni Battista Sartori-Canova con i
rispetti busti in marmo. Inoltre, fra le nicchie vi sono gli
affreschi degli Apostoli, di cui a foto che seguono e che .si
commentano da sole, esimendo il sottoscritto dal raccontare
specificatamente, anche per scarsa cultura storico-artistica,
l'interno ed esterno del tempio stesso, stante la maestosita'
dell'opera.
Pare che Canova avesse all'inizio intenzione di restaurare la
vecchia Chiesa di Possagno, ma abbandonata l'idea di restaurare
l'edificio decadente e soprattutto convinto della necessita' di
lasciare un segno indelebile nella sua terra natale, Canova immagina
un connubio "storicistico", associando la classicita' greca alla
praticita' romana . Gia' convinto che della sua arte nulla sarebbe
stato lasciato al suo paese natale, convinzione tra l'altro poi
stravolta dal volere del fratello, procede spedito, forte degli
studi di estetica praticati con la lettura di Winckelmann, di Mengs,
di Hamilton, di Quatreme're de Quincy e di Cicognara, verso l'idea
vincente di associare Partenone e Pantheon, emblemi
dell'architettura classica. E cosi' fece, come si puo' constatare
accostando Partenope e Pantheon con il tempio di Possagno.
Alcune delle opere qui di seguito riportate non necessitano di
commento.
Insomma, un posto che, anche per uno sprovveduto della storia
dell'arte, ma anche della storia nella sua vera accezione, ti prende
e ti porta in un'altra dimensione esistenziale per farti capire che,
quanto stiamo facendo oggi, e' completamente avulso dal sentimento
umano.
Arnaldo De Porti
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