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IL PARADISO DEGLI ANIMALI
di Rosario La Delfa (Brescia) - tratto da DUEMILA E PIU' del 18 febbraio 2017 (periodico a cura di Carmelo Profeta)

Già, L’Amico ed ex collega Comit (ma quanto è vasta questa famiglia di bancari e quanto spirito di amicizia li lega!), ROSARIO LA DELFA trova spesso diversi spunti per costruire dei contributi interessanti, come quello che segue. Lui stesso dice:

Mi è capitato, tempo addietro, di leggere in un giornalino - non mi ricordo quale - una paginetta dedicata agli animali.
L'ho trovata molto carina.
Purtroppo non l'ho scannerizzata (che brutta parola!). Ma il testo suppergiù (un po' arricchito), facile da ricordare, è questo:
IL PARADISO DEGLI ANIMALI
San Rocco percorreva le strade del mondo e guariva la gente e le bestie dalla rabbia. Si portava dietro un cane che si chiamava Rocchetto e gli voleva molto bene. Una volta gli aveva salvato la vita.
Un giorno San Rocco morì, perché muoiono tutti, anche i santi. Alla sua morte Rocchetto cominciò a ululare per il dolore e morì anche lui. Il cane aveva, anche lui, una piccola anima e arrivò alla porta del paradiso assieme a San Rocco.
San Pietro gran portinaio del paradiso, si affrettò ad aprire fa porta ma spalancò gli occhi dietro le lenti.
"Alto là! Non c'è posto per i cani nel paradiso".
Bisognerà pur trovargli un posto a questo cane - rispose San Rocco - siamo inseparabili.
Il Padre Eterno sorrise e disse: “Che entri l'uomo e il cane. Faccio un'eccezione”.
Fu grande festa e il cane fu accarezzato da tutti.
Ma San Pietro disse: “Signore se vuoi che io tenga le chiavi devi far entrare il mio gallo che cantò tre volte quando mi avvisò che ti avevo rinnegato e suscitò in me un immenso dolore. Ora sta su tutti i campanili e chiama i peccatori a fare penitenza. E' anche quello un modo di essere santi”.
“Facciamo entrare anche il gallo” disse il buon Dio. “Sarà un'altra eccezione.”
A questo punto ci fu un po' di subbuglio.
Tutti i santi che avevano voluto bene a qualche animale si misero a protestare e perorare la loro causa.
- E la mia colomba che m'ha portato il ramoscello d'ulivo? Simbolo della pace - disse Noè.
- E il corvo che m'ha nutrito nel deserto?- Replicò Elia.
- E la balena che mi ha ospitato tre giorni nella sua pancia?- Diceva Giona.
-E il porcello che mi faceva compagnia? - Diceva Sant'Antonio abate.
- E il fratello lupo, i fratelli uccelli e i fratelli pesci?- Diceva San Francesco:
- E la mula che s'è inginocchiata davanti all'Ostia?- Diceva Sant'Antonio da Padova.
Si vide allora una grande processione. Bestie a due e quattro zampe, bestie pennute, bestie da pelo, pesci di ogni genere avanzavano lentamente verso il trono di Dio.
Gesù allora abbassò lo sguardo su quella moltitudine e disse:
“Non ci sono tutti. Mancano l'asino e il bue che mi hanno scaldato con il loro fiato quando ero piccolo”.
L'asino e il bue vennero quasi subito perché erano dietro la porta ad aspettare il loro turno.
Quale insegnamento possiamo trarre da questa immaginaria piccola vicenda?
Tutte le creature, piccole e grandi devono essere rispettate.
Sono un regalo della bontà del Signore e un dono della Sua fantasia. Esse rispettano le leggi della creazione che invece gli uomini spesso trascurano e dimenticano.

ROSARIO LA DELFA - Brescia
 

 

 

 

 

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